Cosa c’è dietro l’igiene?

Sembra che la vita oggi sia una corsa contro il tempo. La gravidanza, il maternage e, più in generale, la vita familiare rappresentano la possibilità straordinaria di vivere in un’altra maniera. Grazie all’accudimento dei figli, infatti, si può imparare a fermarsi, ad arrestare questo scorrere continuo, faticoso e confuso, iniziando ad ascoltare la propria vera voce. Quando si diventa genitori, però, l’istinto di proteggere il proprio bambino da qualsiasi pericolo proveniente dal mondo esterno arriva subito, talvolta in modo prepotente. Possono nascere delle paure che prima non si avevano, si può pretendere da sé una perfezione impossibile, tanto da decidere – per assicurare l'igiene costante della casa e della famiglia – di replicare tutta una serie di pratiche “tradizionali”, comunemente accettate, senza domandarsi se siano effettivamente necessarie ed efficaci.

Si corre dunque il rischio di asservire il naturale istinto di protezione alla pubblicità e al marketing, diventando prima di tutto nemici avversi di germi e batteri. È così che le case di tante persone si riempiono di detersivi tossici e sempre più aggressivi – perché sempre più efficaci, questo si crede – e per la stessa ragione i vestitini vengono lavati con saponi specifici e carissimi che li fanno diventare bianchi – quindi puliti, si pensa – e che le cucine diventano centri di sterilizzazione, ed è così che i bambini non possono toccare niente, perché qualunque cosa potrebbe infettarli. Tutto deve essere sterile e asettico. Questi due termini, “sterile” e “asettico”, nascondono però una doppia valenza: da un lato significano “pulito”, “privo di virus”, mentre dall’altro indicano qualcosa di “infecondo”, “impersonale”, “freddo”. Il colmo per una casa in cui vive un bambino!

bubbleSe i genitori fanno propria l’idea che l’accudimento dei bimbi possa essere portato avanti senza paura e con serenità, invece, anche le pratiche di igiene quotidiana della famiglia e della casa saranno più semplici e piacevoli. Al contrario dei termini “sterile” e “asettico”, infatti, “igienico” viene da greco ὑγιεινός e significa “sano, in pieno vigore”. L'igiene, vale a dire la pulizia della persona e dell'ambiente in cui essa vive, è presente se la persona stessa è sana, se il suo stile di vita la protegge dalle malattie e dagli agenti esterni. Cos’è l’igiene, allora? Se non è svuotare e rendere impersonale, può significare “togliere il superfluo”, ciò che rischia di sporcare davvero, di mettere realmente a repentaglio la salute del bambino. E per togliere il superfluo non è necessario utilizzare prodotti nocivi, ma bastano pochi detergenti delicati.

Il modo in cui teniamo puliti i nostri bambini, infatti, è più importante di quanto si pensi. Educare il bambino alla cura di sé, all’amore del proprio corpo, alla nudità e all’ascolto dei propri impulsi significa offrirgli la possibilità di mantenere un collegamento diretto con la propria verità, con la propria radice. Ciò non vuol dire vivere in una casa dominata dal caos, al cui interno non esistono regole, ma è l'assistere al manifestarsi di una “disciplina attiva”, formata da regole e abitudini che si creano insieme.